L'affermazione platonica secondo cui i filosofi dovrebbero farsi re o i re dovrebbero convertirsi alla filosofia inaugura un progetto destinato a segnare profondamente la tradizione filosofico-politica occidentale. Alla sua base vi è l'idea che la vita politica possa essere riordinata soltanto per mezzo della filosofia. Il gesto fondatore con cui per la prima volta viene messa in scena la filosofia va considerato però alla luce di ciò che lo precede e lo rende possibile: quel gesto sacrificale, quel fuoco purificatore in cui il giovane poeta Platone avrebbe gettato le sue tragedie per seguire la via della filosofia. È la filosofia stessa che da questa cesura originaria si organizza, respingendo ciò che la minaccia nel suo progetto politico: la poesia e il suo sapere degenerato. Da qui, l'espulsione rituale del poeta dalle piazze della città e dal dominio della verità, con cui si concretizza la condanna platonica del sapere mitico e poetico e che sanziona non solo la separazione fra filosofia e poesia, ma anche uno dei più solidi e duraturi assi della filosofia politica occidentale.