Pensata per i corsi universitari di Relazioni internazionali, questa nuova edizione del manuale riporta i principali contributi dei politologi anglosassoni e dell’autore stesso. Un testo strutturato a partire dai temi fondamentali della disciplina: politica estera, ordine mondiale, sistema internazionale, conflitti e guerre, cooperazione e istituzioni globali, imperialismo, globalizzazione, relazioni nord-sud.
Questo manuale, pensato per i corsi universitari di Relazioni internazionali, riporta i principali contributi dei politologi anglosassoni e dell'autore stesso. È stato strutturato a partire dai temi fondamentali della disciplina: politica estera, ordine mondiale, sistema internazionale, conflitti e guerre, cooperazione e istituzioni globali, imperialismo, globalizzazione, relazioni nord-sud... L'autore ha utilizzato la metodologia di analisi della scuola italiana di scienza politica, molto attenta alla teoria analitica (definizioni, modelli e tipologie) e alla ricerca empirica, senza appiattirsi sulle teorie delle correnti politologiche anglosassoni (realismo, liberalismo razionalista e riflettivista, post/marxismo).
Nelle fasi più stabili del multipolarismo ottocentesco e del bipolarismo della guerra fredda, gli attori della politica mondiale promuovevano soprattutto le diplomazie conservatrici per realizzare i propri interessi, con un ruolo limitato delle idee (con l'eccezione del periodo tra le due guerre mondiali con l'influenza di comunismo e nazi-fascismo). Il sistema internazionale è entrato in una fase di mutamento dopo l'89, non riuscendo a configurare una relazione stabile dei rapporti di potere. Negli anni '90 si è realizzato un concerto tra le potenze (con gli interventi in Kuwait, ex Jugoslavia e Afghanistan) e i governi occidentali hanno tentato di promuovere un ordine mondiale liberale, fondato sui valori di mercato, democrazia e pace. L'auto-determinazione nazionale è stata trascurata a causa dell'influenza dell'ideologia multi-culturalista della sinistra. Con la guerra in Iraq del 2003 l'accordo è fallito, come gli sforzi egemonici degli Usa di Bush, ed è iniziata una fase di instabilità, fomentata soprattutto dai promotori del fondamentalismo islamico. All'inizio alcuni governi (fra cui gli Stati Uniti) hanno reagito in modo ideologico (con il neoconservatorismo), ma a partire dalla presidenza di Obama le diplomazie occidentali sono diventate incerte e passive, anche di fronte all'aumento dei flussi migratori, e non stanno più promuovendo in modo coerente né gli interessi, né i valori.
Fabio Fossati è professore associato in Scienza della politica e insegna Relazioni internazionali all'Università di Trieste. Ha pubblicato numerosi articoli in riviste politologiche italiane e straniere e due monografie per i nostri tipi (Mercato e democrazia in America latina, 1997; Economia e politica estera in Italia, 1999, aggiornate e ristampate in e-book nel 2013). Nel 2008 ha curato I conflitti armati contemporanei. Quali soluzioni (con prefazione di J. Galtung), convertito in una banca dati online sul sito dell'Isig di Gorizia. Nel 2017 ha pubblicato il volume Interests and stability or ideologies and order in contemporary world politics (Cambridge Scholars Publishing). È stato visiting scholar presso la CEPAL di Santiago e di Buenos Aires, il Cendes di Caracas, l'Ocse di Parigi, la Berkeley University, la Essex University, la Universidad Complutense di Madrid.