“Ho creduto che tutti i giovani meritevoli, avviatisi tra le speranze, i sacrifici, le ansie delle loro famiglie, alla via della medicina nobilissima, avessero diritto a perfezionarsi, leggendo in un libro che non fu stampato in caratteri neri su bianco, ma che ha per copertura i letti ospedalieri e le sale di laboratorio, e per contenuto la dolorante carne degli uomini e il materiale scientifico, libro che deve essere letto con infinito amore e grande sacrificio per il prossimo. Ho pensato che fosse debito di coscienza istruire i giovani, aborrendo dall’andazzo di tenere misterioso gelosamente il frutto della propria esperienza, ma rivelarlo a loro.” (Giuseppe Moscati, 1880-1927, ricercatore e docente Università di Napoli) Come recita la frase di G. Moscati, ho intrapreso l’idea di curare la pubblicazione di un nuovo libro di testo per un “debito di coscienza”, per non “tenere gelosamente in me il frutto” di tanti anni di docenza. La costruzione del libro e l’articolazione dei suoi contenuti devono quindi molto all’esperienza maturata negli anni nel tentativo – senza dubbio imperfetto – di trasmettere un interesse per una disciplina, tradizionalmente denominata Igiene e più recentemente “Sanità pubblica”, che appare spesso – in via pregiudiziale agli occhi della maggior parte degli studenti – come qualcosa di marginale rispetto ai temi della medicina diagnostica e curativa ed anche, in qualche misura, un po’ obsoleta. Rispetto ad altre branche delle scienze mediche si tratta di una disciplina non immediatamente facile da definire nei suoi contenuti e nei suoi scopi, ma una parola mi pare rappresentarne meglio e sinteticamente i fondamenti e costituirne la chiave di lettura: è la parola “osservare”, come affermava A. Carrell, “molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità, mentre poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore”. Infatti, è solo “osservando” gli eventi nel loro accadere nella realtà – a volte del tutto imprevedibile come nell’esplosione della pandemia di Covid-19 – che la strada della prevenzione può essere studiata, costruita e realizzata. Mi pare che, con un’espressione sintetica e un po’ matematica, si possa affermare che nella sanità pubblica le attività di sorveglianza (cioè di conoscenza attraverso l’osservazione della realtà) stiano alla prevenzione (risposta al problema osservato) come nella medicina clinica la diagnosi (cioè la conoscenza del caso clinico) sta alla terapia (risposta al caso diagnosticato); è quindi necessario conoscere i fenomeni che accadono per poter rispondere con gli interventi preventivi più adeguati, tenendo conto di tutti i fattori conosciuti. La dinamica di questo processo (conoscere per agire) è di grande importanza e di grande utilità per le persone e la comunità, come si è visto nell’approccio alla pandemia – ancora in corso mentre scrivo – che ha rimesso al centro dell’attenzione mondiale una patologia di carattere infettivo, scalzando la falsa convinzione che le malattie trasmissibili fossero ormai un problema di minore impatto, specie nelle società più avanzate. È impressionante constatare che la diffusione globale di una particella virale di ultramiscroscopiche dimensioni, capace “solo” di replicarsi, sia stata in grado di mettere a rischio la vita della popolazione mondiale e in discussione molte certezze date per scontate, quali il pensare che si potesse sempre progressivamente aumentare la speranza di vita. Nello stesso tempo l’evento pandemico rende ancor più evidente che la branca delle scienze dedicata allo studio epidemiologico degli eventi e alla conseguente costruzione di risposte preventive rappresenta tutt’altro che una disciplina di second’ordine! Con questa convinzione e con la collaborazione del prof. F. Auxilia e di un numeroso gruppo di docenti di diverse sedi universitarie – che vivamente ringrazio – ho progettato questo libro di testo allo scopo di offrire agli studenti del corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia una visione delle discipline igienistiche più ampia e al passo con i tempi. Il progetto del nuovo testo intitolato “Igiene, Medicina preventiva e Salute globale”, concepito nel 2019 poco prima dell’improvviso scoppio della pandemia, rappresenta un tentativo, forse un po’ ambizioso, di ridisegnare ed innovare i contenuti delle discipline tradizionalmente identificate con il termine “Igiene”, tenendo in considerazione sia i due punti-chiave – epidemiologia e prevenzione – da sempre qualificanti la disciplina, sia le più recenti linee di sviluppo nella direzione della salute globale (Global Health, Sustainable Development Goals, SDG). Già i tre termini inclusi nel titolo dell’opera identificano le pietre angolari su cui con gli altri Autori e Collaboratori è stata costruita la struttura del libro. Infatti, se la parola “Igiene” richiama le origini della scienza dedicata alla prevenzione, prevalentemente intesa come prevenzione delle malattie infettive, il termine “Medicina preventiva” stabilisce anche i confini dell’area di competenza, quella cioè degli interventi di promozione e protezione della salute che rientrano nel campo della “medicina” (es. gli screening, le vaccinazioni), ben consapevoli che la prevenzione può contare sul contributo di molte altre aree scientifiche e coinvolge attori di diversa competenza tecnica (dagli ingegneri ai fisici, dagli educatori agli psicologi, dagli economisti ai politici…). Il terzo termine, “Salute globale”, è oggi inteso come sintesi tra la prevenzione a livello di popolazione e l’approccio clinico individuale, avente come scopo il miglioramento della salute delle persone e il raggiungimento di una maggiore equità nell’accesso alla salute per tutti. Il concetto di “salute globale”, che comporta il coinvolgimento di varie discipline (a questo proposito nel testo ci sono anche contributi della medicina del lavoro, che sempre più è una medicina preventiva dei lavoratori), è oggi ritenuto il termine più identificativo delle competenze della “sanità pubblica”, proprio perché – come anche l’evento della pandemia da Covid-19 ha ampiamente dimostrato – gli eventi che hanno un peso sulla salute e l’intento di controllarli e prevenirli non possono non essere collocati in un orizzonte globale. I primi capitoli del libro, che forniscono un’ampia discussione sul termine “salute” (capitolo 1) e sullo scenario della salute globale (capitolo 2) hanno proprio lo scopo di inquadrare il contesto entro cui si sviluppano poi anche i contenuti più tecnici e specifici. Tenendo conto dei diversi fattori che risultano “determinanti” per la salute, nei successivi capitoli (3-8 e anche 11) sono descritti i fondamenti della sanità pubblica (i nessi causali tra fattori di varia natura e l’insorgenza della malattia, la conoscenza dello stato di salute nella popolazione, la metodologia della sorveglianza e degli studi epidemiologici e della prevenzione delle malattie trasmissibili e non trasmissibili) e quindi gli aspetti organizzativi dei servizi sanitari e i concetti di qualità e sicurezza delle cure. Nella trattazione, pur con un focus sul nostro Paese, sono ampiamente riferiti dati e informazioni di carattere internazionale (a livello globale ed europeo) e – tenendo conto del rapido mutare degli scenari – sono anche via via indicate le fonti informative che consentiranno agli studenti di attualizzare i dati sull’incidenza, sulla prevalenza, sul burden delle malattie… Nei tre capitoli dedicati alle parti “speciali” della epidemiologia e prevenzione sono state selezionate le principali patologie non trasmissibili (capitolo 9), i più significativi fattori di rischio comportamentali ed ambientali (capitolo 10) e le malattie trasmissibili (capitolo 12), più rilevanti per la salute pubblica/globale, cercando di evidenziare come la precisa conoscenza dei fenomeni rappresenti un punto di partenza indispensabile per costruire efficaci interventi di prevenzione e controllo.