In questa nuova edizione, oltre ai necessari aggiornamenti dovuti specialmente ai contributi della giurisprudenza, ho dedicato una specifica attenzione alla politica estera e di sicurezza comune. In una temperie storica segnata da molteplici, ripetute, incessanti crisi e conflitti sembra che nessuno degli attori presenti sulla scena internazionale (grandi potenze, organizzazioni e … improbabili leaders) sia disponibile a promuovere un dialogo politico, un ricorso agli strumenti della diplomazia, una ricerca della pace. Pure le istituzioni e le autorità europee appaiono incapaci di usare altro linguaggio che non sia quello della fornitura di armi (ma perché mai lo European Peace Facility ha questa denominazione e non quella – come sarebbe più onesto – di European War Facility?). Gli attuali responsabili delle politiche europee dovrebbero ricordare sempre che il processo d’integrazione europea nasce, sin dalla Dichiarazione di Robert Schuman del 9 maggio 1950, per un progetto di pace, che questa è, storicamente, la più autentica e profonda ragion d’essere dell’Unione, che essa condiziona la realizzazione di qualsiasi altro obiettivo e dovrebbe essere costantemente perseguita non solo al proprio interno, ma ovunque nel mondo.
Anche nella preparazione di questa edizione ho potuto valermi del generoso e prezioso contributo dei miei validissimi collaboratori. Ivan Ingravallo ha curato sapientemente il coordinamento generale dell’opera e Giuseppina Pizzolante ha dato il suo qualificato apporto in tutte le fasi della redazione del volume. Entrambi hanno aggiornato e riveduto l’indice della giurisprudenza e quello analitico sulla base dell’impianto in precedenza predisposto da Roberto Virzo. Egeria Nalin, Nicola Ruccia e Claudia Candelmo hanno aggiornato accuratamente la bibliografia, mentre Gianpaolo Maria Ruotolo, Francesco Cherubini e Antonio Jerry Palma, con Ivan Ingravallo e Giuseppina Pizzolante, hanno provveduto a una scrupolosa e intelligente rilettura del testo. Preziosa è stata l’immancabile assistenza di Michele de Serio, così come l’amichevole incoraggiamento e la fiducia di Nicola Cacucci. A tutti va la mia profonda, sentita gratitudine. Senza la loro affettuosa vicinanza difficilmente, nella fase presente della mia esistenza, la conclusione di questa opera sarebbe stata possibile.