Come e in che misura trasformazioni economiche strutturali e mutamenti congiunturali influirono sulla mobilità sociale medievale? Nella "Italia comunale" sono state le città il teatro privilegiato delle interazioni tra cambiamento economico e mobilità sociale nei secoli XI-XIII? Fino a che punto, venuta meno la spinta della grande crescita, quell'interazione si fece più debole, mentre cresceva l'importanza della sfera politica? La "crisi" di metà Trecento fu uno spartiacque, o sono possibili periodizzazioni meno scontate? Come può l'archeologia aiutarci a produrre quadri interpretativi più articolati in tema di mobilità sociale? Lavorando su questi nodi, il volume cerca di rinnovare le nostre conoscenze, con particolare riguardo allo spazio sociale della Toscana, forse il principale terreno di costruzione delle narrazioni dominanti, ma allargando lo sguardo anche ad altri contesti, le città fiamminghe e quelle venete, il mondo lombardo, tutti cruciali in un'ottica comparativa.